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CICLOAVVENTURA SULLE STRADE DI MAURICE GARIN Mercoledì 13 ottobre 2021: alle 12:00 in punto, dalla stazione Porta Nuova di Torino, prende il via la "Cicloavventura sulle strade di Maurice Garin" organizzata per commemorare, a centocinquanta anni dalla nascita, il vincitore del primo Tour de France. Dieci i ciclisti che, con bagaglio appresso, partono alla volta della Valle d'Aosta tra cui due tandem, quello calabro-abruzzese di Lorenzo e Rolando e quello emiliano-altoatesino di Graziano e Roberto. Gli altri pedalatori sono: Andrea, Marco, Mauro e Claudia da Roma, il toscano Leonetto e l'apolide Anton. Dopo una quindicina di chilometri si aggrega al gruppo anche il bresciano Bruno, partito il giorno prima da Verolanuova. La giornata è bellissima, tiepida e non troppo ventosa. La prima sosta si effettua ad Agliè dove ci si ricompatta e ci si ferma in un bar per un breve ma necessario ristoro. Percorrendo strade relativamente poco trafficate si giunge all'imbocco della Valle d'Aosta. Breve sosta a Pont Saint Martin per fotografare il ponte romano e si prosegue poi sulle ciclabili che corrono lungo la Dora Baltea con bellissime vedute sulle cime (alcune già innevate) e sui numerosi castelli che si susseguono lungo la valle. Il sole inizia a nascondersi dietro le montagne e la temperatura si riduce progressivamente. Poco dopo le 18:00 la tappa si conclude a Fenis dove è già arrivato Piero partito in mattinata da Vercelli. Il contachilometri segna 115,5 km con poco meno di 1.000 metri di dislivello. Giovedì 14 ottobre 2021: anche oggi la giornata si preannuncia splendida: temperatura rigida e cielo terso. Si pedala lungo la statale della Valle d'Aosta, abbastanza trafficata, fino al capololuogo dove ci si ferma in corrispondenza dell'Arco di Augusto per ricompattarsi e scattare un po' di foto. Superata Aosta il traffico si riduce e alle 10:00 in punto i ciclisti arrivano ad Arvier, cittadina nella quale nacque, nel 1871, Maurice Garin. E' la seconda volta che Pedalando nella Storia transita per Arvier. La volta precedente fu nel 2013 durante la quinta tappa della Ciclopedalata Roma - Parigi. Ad attendere i ciclisti di fronte al municipio c'è il sindaco Mauro Lucianaz che, fatti gli onori di casa, ci affida alla vicesindaca e all'assessore allo sport che ci scortano fino alla rotonda dove si trova il monumento dedicato a Garin. Qui Andrea e Rolando, soci fondatori di Pedalando nella Storia, depongono una composizione floreale sul monumento. Per chi non lo sapesse l'Associazione Pedalando nella Storia è intitolata proprio all'illustre ciclista valdostano e la denominazione completa è "Associazione Pedalando nella Storia - Maurice Garin". Terminata la breve cerimonia commemorativa i ciclisti tornano davanti al municipio dove ad attenderli c'è nuovamente il sindaco Lucianaz (nel frattempo liberatosi da precedenti impegni istituzionali). In un clima informale e di grande cordialità i ciclisti donano al sindaco lo zainetto e la maglia di PNS promettendo di tornare presto in questa bellissima valle. Da Arvier i ciclisti ripercorrono a ritroso la statale fino ad Aosta dove si immettono su una bellissima ciclabile che corre lungo la riva destra della Dora Baltea. A Fenis, la cittadina dove avevamo trascorso la notte, ci si ferma per un ristoro volante. Metà del gruppo assalta l'unico bar aperto del borgo, l'altra metà assalta l'unico supermercato aperto. Si riparte intorno alle 13:00 continuando a pedalare su ciclabili e le stradine secondarie che ci consentono di evitare, fin quasi alla fine della Valle d'Aosta, la trafficatissima statale. Dopo una seconda sosta a Settimo Vittone si affronta l'impegnativa ascesa che porta ad Andrate. La salita, estremamente irregolare, presenta pendenze spesso sopra il 10%. In compenso il traffico veicolare è assai limitato. Dopo Andrate le pendenze si fanno più dolci anche se c'è da superare un tratto di tre chilometri su fondo sterrato che mette a dura prova i ciclisti e, soprattutto, i due tandem. Poco prima dell'imbrunire i primi ciclisti arrivano al Santuario di Oropa dove trascorreremo la notte. Gli arrivi si sussegono fin dopo il tramonto. All'arrivo di Anton e Leonetto la temperatura è di poco superiore a 0° C. Ad attenderci c'è Maria Carla, che da domani ci scorterà con il furgone. Appositamente per la cena sono venuti, anche, Roberto P. e Nathalie (che abitano a pochi chilometri da qui), Franca (la moglie di Piero) e una coppia di amici di Graziano e Roberto B. Il Santuario di Oropa, dedicato alla Madonna Nera e situato a 1.159 metri sul livello del mare, è una struttura grandiosa comprendente la Basilica Maggiore ed enormi spazi dedicati all'accoglienza di turisti e fedeli. Le camere in cui alloggiamo sono ampie, molto semplici e un po' freddine ma nel complesso comode e confortevoli. La cena si svolge in uno dei ristoranti situati all'interno del Santuario. I chilometri percorsi oggi sono 145 con 2.000 metri di dislivello. Venerdì 15 ottobre 2021: viste le temperature rigide del mattino e con la prospettiva di dover affrontare subito in partenza la lunga ed impegnativa discesa fino a Biella, si decide di partire con calma poco dopo le 9:00. La discesa fila via liscia e all'ingresso di Biella ci si ricompatta disponendosi in fila indiana. Nel percorrere un vialone cittadino disseminato di passaggi pedonali e semafori, un improvviso rallentamento della testa del gruppo in corrispondenza di un attraversamento pedonale risulta fatale per Claudia che non riesce a frenare in tempo perdendo il controllo della sua bici. L'impatto al suolo con la spalla destra e la testa (benedetto il casco che assorbe il colpo rompendosi) è violento e Claudia perde per qualche istante conoscenza. Si riprende abbastanza in fretta pur manifestando uno stato confusionale e lamentando dolori all'emitorace e alla spalla destra. Con estrema cautela Claudia riesce ad alzarsi e a sedersi sulla sedia di un bar in attesa dell'arrivo dell'ambulanza prontamente chiamata da un passante. Bisogna rapidamente decidere il da farsi. Andrea, che nel tempo libero fa il medico, resta con Claudia mentre gli altri ciclisti riprendono la marcia verso Domodossola e Maria Carla, diretta col furgone verso Borgosesia dove avrebbe dovuto allestire il primo ristoro di giornata, inverte la direzione di marcia e torna indietro a Biella. L'ambulanza giunge pochi minuti dopo l'incidente e trasporta la sventurata Claudia al pronto soccorso del locale ospedale. Poco dopo arriva anche Maria Carla che carica sul furgone le due bici e Andrea e si dirige all'ospedale. Qui i sanitari del pronto soccorso danno ampie rassicurazioni sulle condizioni di Claudia dicendo che l'avrebbero sottoposta a tutti gli accertamenti del caso e dimessa non prima della serata. Maria Carla e Andrea ripartono, quindi, col furgone alla volta di Borgosesia con la speranza di arrivare prima dei ciclisti (che oramai hanno più di un'ora di vantaggio) per allestire il primo ristoro nei giardinetti a fianco della cappella di San Grato nel cui interno si trovano interessanti e ben conservati affreschi. All'ingresso di Borgosesia il furgone intercetta il tandem di Lorenzo e Rolando riuscendo a precederlo di poco alla cappella di San Grato. Degli altri ciclisti, tuttavia, non v'è traccia. Rolando sostiene di averli persi di vista all'ingresso del paese e così, dopo un rapido giro di telefonate, si scopre che il resto del gruppo, non avendo visto il furgone (e non avendo ricevuto alcuna direttiva), si è fermato in un bar di Borgosesia per un ristoro autogestito. Qui si aggregano al gruppo Angelo e Paola che scorteranno in moto i ciclisti per una quarantina di chilometri. Li rivedremo, poi, domenica a Como per il pranzo. Si riparte da Borgosesia tutti assieme lungo la strada conosciuta come "La Cremosina" che sale progressivamente, immersa nel verde, fino ad una breve galleria teoricamente preclusa alle biciclette......teoricamente. Dall'uscita della galleria si inizia a scendere verso il lago d'Orta. A Gozzano, anzichè proseguire direttamente verso il lungolago, si riprende quota fino alla località Vacciago dove si trova una terrazza panoramica da cui si può ammirare il lago d'Orta dominato, in lontananza, dal massiccio del Monte Rosa. Da Vacciago si scende finalmente sulla riva orientale del lago che viene percorsa fino al ristoro di Omegna. Gli ultimi chilometri della tappa scorrono via veloci lungo la riva sinistra del Toce fino a Domodossola dove, dopo 128 km e poco più di 1.000 metri di dislivello, si conclude la terza tappa. Ad attendere il gruppo in hotel c'è Mauro Colombo (giunto in bici da Como). Di fatto, Mauro è l'ispiratore di questa cicloavventura essendo stato lui a far notare, all'inizio dell'anno, che il 2021 sarebbe stato il centocinquantesimo anniversario della nascita di Maurice Garin. Si ricontatta l'ospedale di Biella da cui giungono notizie confortanti sulle condizioni generali di Claudia che sta per essere dimessa con la diagnosi di frattura della clavicola destra. Andrea fa una rapida doccia e alle 18:00 parte col furgone alla volta di Biella con l'obiettivo di recuperare Claudia e, soprattutto, di riuscire a rientrare in hotel prima della chiusura del ristorante. Intorno alle 20:15 i due, affamati come lupi, sono già sulla via del ritorno e l'arrivo in hotel avviene con discreto margine rispetto all'orario di chiusura del ristorante. Giornata impegnativa per tutti, soprattutto per Claudia, ma almeno si va a dormire a stomaco pieno.
Sabato 16 ottobre 2021: Si parte alle 8.30 subito in salita alla volta della Val Vigezzo, delizioso angolo del Piemonte. Il panorama è splendido e i colori dell'autunno non fanno che esaltarlo ancor di più. Dopo 16 impegnativi chilometri si giunge a Santa Maria Maggiore, pittoresco borgo montano dove si trova l'interessantissimo Museo dello Spazzacamino. Ad accogliere i ciclisti ci sono il sindaco, Claudio Cottini (convocato per l'occasione dal nostro amico ciclista e architetto Marco Z., purtroppo assente per infortunio e impegni lavorativi) e la direttice del Museo, Anita Hofer. Dopo il consueto scambio di doni la direttrice ci illustra la storia degli spazzacamini della Val Vigezzo e ci accompagna nelle sale del museo una delle quali è dedicata a Maurice Garin che da bambino si trasferì in Francia per esercitare la professione dello spazzacamino prima di scoprire la passione per la bicicletta. Conclusa la visita si riprende a percorrere, sempre in salita, la Val Vigezzo fino al suo culmine, il Passo dello Scopello (959 m s.l.m.) rinominato Passo Marco Pantani con tanto di stele commemorativa e quaderno per le firme dei ciclisti. Qui Maria Carla, con l'aiuto del braccio e della mano sinistra di Claudia, ha allestito il primo ristoro di giornata. La successiva discesa nella Val Cannobina risulta particolarmente impegnativa per i ciclisti, i tandem e il furgone. Al culmine della discesa i ciclisti arrivano sul lungolago (trafficato) della riva occidentale del lago Maggiore che percorrono fino ad Intra dove c'è l'imbarco per la riva opposta (Laveno). Al momento dell'imbarco Piero saluta il gruppo e riprende la strada per Vercelli. Lo rivedremo domani, assieme a Franca, per il pranzo a Como. La traversata è piacevole e rapida e i panorami sempre spettacolari. Giunti sulla riva lombarda del lago i ciclisti raggiungono rapidamente Cittiglio dove, nei giardini della piazza della stazione, di fronte al monumento dedicato ad Alfredo Binda che qui nacque nel 1902, è allestito il secondo ristoro di giornata. Le strade lombarde sono decisamente più trafficate di quelle che abbiamo percorso in Valle d'Aosta e in Piemonte. Una ventina di chilometri dopo Cittiglio si arriva nel paese natale di un altro grande campione del passato: Luigi Ganna, vincitore del primo Giro d'Italia nel 1909. La casa dove Ganna nacque nel 1883, si trova in una strada senza uscita a Induno Olona, a pochi chilometri da Varese. Anche qui la sosta è d'obbligo. Gli ultimi chilometri sono un continuo "mangia e bevi" fino alla ripida, stretta e pericolosa discesa che da San Fermo della Battaglia porta sulle rive del lago di Como dove si conclude la tappa (118 km con 1.625 metri di dislivello). L'hotel è a due passi dal lago e dal Circolo Canottieri Lario dove domani si svolgerà il pranzo sociale di PNS. In serata, cena alla pizzeria dell'Orologio, nel centro storico di Como, e poi tutti a letto presto che non è ancora finita.
Domenica 17 ottobre 2021: alle 12:30, presso la sede della prestigiosa società remiera Canottieri Lario, è in programma il pranzo sociale di Pedalando nella Storia giunto alla sua nona edizione. Il buon senso suggerirebbe ai quattordici ciclisti fin qui giunti in bici di trascorrere una piacevole domenica mattina in completo ozio e relax in attesa del pranzo. L'istinto dice, invece, di mettere la sveglia alle 06:45, fare rapidamente colazione, inforcare le bici alle 07:30 e puntare diretti alla Madonna del Ghisallo, mitica salita del Giro di Lombardia che dista una quarantina di chilometri da Como. E così sarà. Si percorre, in pressoché totale assenza di traffico, la riva orientale del ramo comasco del lago fino a Bellagio e di lì si affrontano i 9,5 impegnativi chilometri che portano alla chiesa della Madonna del Ghisallo, protettrice dei ciclisti. Il rientro a Como avviene, dopo 71 km e 1.150 metri di dislivello, in un crescendo di traffico. Alle 12:30, i 25 partecipanti al pranzo sociale sono accolti dal presidente del Circolo Canottieri Lario, Leonardo Bernasconi, e prendono posto nei tavoli apparecchiati sull'assolata terrazza che si affaccia sul lago e dalla quale si gode uno spettacolare panorama. Si chiude così ufficialmente la stagione 2021 di PNS. Appuntamento all'anno prossimo con tante nuove interessanti iniziative cicloturistiche. Prossimi appuntamenti di Pedalando nella Storia su www.pedalandonellastoria.net |