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Giovedì 16 gennaio 2020: prende il via dall'isola di Ortigia, centro storico di Siracusa, la "Cicloavventura dallo sbarco in Sicilia allo sbarco di Anzio" che si concluderà nella cittadina del litorale laziale nel giorno del settantaseiesimo anniversario dello sbarco delle truppe alleate nel corso della seconda Guerra Mondiale.

E proprio da Anzio, nel mese di giugno 2019, aveva preso il via la "Ciclopedalata dallo sbarco di Anzio allo sbarco in Normandia".

In pratica, con questa Cicloavventura i ciclisti completeranno il lungo itinerario dalle coste ioniche della Sicilia a quelle atlantiche della Normandia che tra il luglio 1943 (Sicilia) e il giugno 1944 (Normandia), passando per Salerno (settembre 1944) videro le forze alleate sbarcare in Europa ponendo fine all'invasione tedesca.

Quattordici i ciclisti provenienti da nove regioni italiane diverse che, scortati dall'insostituibile Maria Carla alla guida del furgone d'appoggio, iniziano a pedalare alle 13.00 in punto dall'isola di Ortigia per il breve prologo (57 km) che si concluderà nuovamente a Siracusa.

Sono presenti anche gli amici siciliani Michele e Salvatore, dell'Associazione Sportiva Pantalithos Hybla, che, solo per oggi, accompagneranno il gruppo.

Dopo un breve "giro turistico" nel traffico di Siracusa i ciclisti arrivano al Syracuse War Cemetery, dove riposano più di 1.000 soldati del Commonwealth caduti durante lo sbarco in Sicilia. Viene deposta una corona d'alloro sul monumento ai caduti e si riparte alla volta di Solarino.

Qui, la dott.ssa Laura Liistro, direttrice della Galleria Etnoantropologica ha allestito, nei locali della galleria, una mostra sullo sbarco in Sicilia con cimeli e riviste dell'epoca.

E a rendere ancor più suggestiva la visita contribuiscono i soci dell'Associazione Husky 1943 che fanno il loro ingresso nella galleria indossando le divise militari originali (di entrambi i fronti) con tanto di bandiere e decorazioni.

Non può, naturalmente, mancare un abbondante ristoro a base di prodotti tipici siciliani (arance in primis) offerto dagli amici di Solarino.

Dopo quasi un'ora di sosta si riparte a malincuore alla volta di Cassibile dove il 3 settembre 1943 fu firmato l'armistizio tra l'esercito italiano e quello statunitense.

Ad attendere i cilisti a Cassibile c'è Paolo Romano, presidente dell'Associazione Kakiparis che, con dovizia di particolari, narra ai ciclisti gli eventi avvenuti in questo piccolo borgo 76 anni fa.

Sono quasi le 17.00 e il sole sta tramontando quando ci si rimette in sella per percorrere i pochi chilometri che riportano a Siracusa dove si conclude questo breve prologo.

Da domattina si inizierà a fare sul serio.


Venerdì 17 gennaio 2020: partenza alle 8.30, in piena ora di punta, direzione Messina. La tappa odierna si sviluppa lungo l'intera costa orientale della Sicilia. Si alternano strade molto trafficate e tratti decisamente più tranquilli.

La giornata è assolata e la temperatura mite. Poco prima del primo ristoro alla periferia sud di Catania, compare maestosa la sagoma dell'Etna con la cima innevata.

Da Catania la strada inizia a correre in prossimità della costa con bellissimi scorci sullo Ionio ad est e sull'Etna ad ovest.

La seconda sosta si effettua in corrispondenza di un punto panoramico su un promontorio tra Giardini Naxos e Taormina.

Poco dopo si inizia ad intravedere in lontananza la costa della Calabria.

Dopo 163 km e poco più di 1.100 metri di dislivello la tappa si conclude, all'imbrunire, a Messina.


Sabato 18 gennaio 2020: partenza poco dopo le 8.30 e, dopo una breve sosta di fronte al Duomo di Messina, imbarco sul traghetto che ci riporterà sul continente.

Le procedure di imbarco e sbarco sono rapidissime e alle 9.50 si inizia a pedalare sulla statle 18 delle Calabrie che non abbandoneremo più fino all'arrivo della tappa.

I primi chilometri ci consentono di ammirare il bellissimo panorama sulla Sicilia e sulle isole Eolie.

La temperatura è un po' più bassa dei due giorni precedenti e il cielo nuvoloso.

La prima sosta si effettua a Palmi presso il negozio di ciclismo Barbaro Sport dove i familiari di Lorenzo hanno organizzato un buffet "esagerato".

Si riparte, dopo aver caricato sul furgone buona parte degli avanzi del ristoro, sotto un cielo sempre più minaccioso.

Poco prima di Pizzo si scatena il temporale, breve e violento. Maria Carla ha allestito il secondo ristoro sotto una tettoia all'uscita di Pizzo ma quasi tutti preferiscono ripartire senza troppi indugi per non congelarsi ulteriormente.

L'arrivo ad Amantea avviene dopo un ulteriore breve sgrullone e con le luci accese. Il contachilometri segna 150 km con 1.400 metri di dislivello.

Piccola appendice per Enrico che deve recarsi da un meccanico locale per sostituire la guarnitura.


Domenica 19 gennaio 2020: il cielo è coperto e la temperatura decisamente bassina quando si parte da Amantea, ma le previsioni del tempo sono incoraggianti.

Si continua a costeggiare la costa calabrese con un'infinità di "mangia e bevi" ma, anche, con panorami splendidi.

Prima sosta a Belvedere Marittimo dove il tandem di Graziano e Roberto è costretto a cambiare le ruote per la rottura di alcuni raggi.

A Praia a Mare salutiamo la Calabria e per una ventina di chilometri pedaliamo in Basilicata prima di entrare in Campania, precisamente nel Cilento.

A Sapri effettuiamo la seconda sosta. Mancano circa trenta chilometri all'arrivo ma saranno i più duri non solo della tappa ma di tutta la Cicloavventura. Da Scario, sul mare, si sale per sette chilometri fino a San Giovanni a Piro (512 m s.l.m.). La stanchezza si fa sentire e quando arriviamo in cima e ci affacciamo sulla costa cilentana di Marina di Camerota il sole è già tramontato.

Anche oggi arriviamo con i fari accesi. A darci il benvenuto nel B&B Le Anthos, poco prima di Marina di Camerota, ci sono Salvatore (il gestore) e i suoi familiari che ci hanno preparato un'accoglienza superlativa.

Dopo il buffet di dolci e frutta, assaltato appena scesi dalle bici, e il successivo aperitivo, una volta fatta la doccia, ci si chiede come faremo, di lì a poco, ad andare anche a cena.

La tappa odierna risulterà la più lunga (166 km) e con il maggior dislivello (poco più di 1.700 metri) di tutta la Cicloavventura.


Lunedì 20 gennaio 2020: dopo un'abbondante colazione (in linea con quello che ci era stato offerto ieri tra buffet, aperitivo e cena) e un'infinità di foto con Salvatore e i suoi familiari sul terrazzino antistante il B&B da cui si domina la bellissima costa cilentana, si riparte in discesa con un gran freddo per percorrere i cinque chilometri che ci separano da Marina di Camerota.

Qui ricominciano i "mangia e bevi" che ci accompagneranno per tutto il tratto cilentano fino ad Agropoli.

La prima sosta la effettuiamo dopo una trentina di chilometri in corrispondenza di un'interruzione "storica" della SR 447. Da tempo immemorabile la strada, a causa di una frana, "sarebbe" chiusa al traffico veicolare con tanto di barriere di cemento sulla carreggiata che, però, sono state posizionate in modo da consentire il passaggio di automezzi fino a 2,5 metri di larghezza. E così i numerosi cartelli minacciosi che avvertono che di lì non si passa, da molti anni sono regolarmente ignorati.

Ad Agropoli salutiamo anche il Cilento e proseguiamo sulla litoranea disperdendoci un po'. E così al ristoro di fronte all'area archeologica di Paestum inizia la conta degli assenti e una raffica di telefonate per localizzarli.

In qualche modo riusciamo a ricompattarci e alle 15.00 ripartiamo in gruppo alla volta di Salerno. La strada corre lungo le coste che il 9 settembre 1943 videro lo sbarco delle truppe anglo-americane impegnate nell'operazione Avalanche.

Alle 16.00 in punto facciamo il nostro ingresso in gruppo al Museo dello Sbarco e Salerno Capitale (vedi pagina FB) accolti dal presidente e dal direttore del Museo, rispettivamente i professori Nicola Oddati e Antonio Palo e da una troupe televisiva dell'emittente locale Telecolore (vedi filmato).

Anche i quotidiani locali ci hanno dedicato un breve articolo (Salerno notizie).

Dopo un rapido e gradito buffet di benvenuto, inizia la parte ufficiale della visita con il saluto del Presidente e del Direttore del Museo, la visione di un filmato sull'operazione Avalanche e la consegna del diploma di Pedalando nella Storia al Museo.

L'hotel di Salerno dista poche centinaia di metri dal Museo e al nostro arrivo il contachilometri segna 137,5 km con circa 1.100 metri di dislivello.


Martedì 21 gennaio 2020: la tappa odierna è quella che, in sede di programmazione, ha creato più problemi all'organizzazione. Da Salerno a Capua quasi non vi è soluzione di continuità dei centri abitati, il traffico veicolare in un giorno feriale (martedì) è a dir poco caotico, il fondo stradale non ricorda certo quello delle strade d'oltralpe e l'interpretazione del codice della strada da parte di alcuni automobilisti è, talvolta, un po' personale e fantasiosa.

L'alternativa sarebbe stata quella di passare molto più all'interno (verso Avellino e Benevento) allungando, però, il percorso di almeno 40/50 km.

Alla fine, dopo un sopralluogo in bici a dicembre, si è deciso di azzardare il percorso più diretto passando per Vietri sul Mare, Cava dei Tirreni, Nocera Inferiore, Sarno, Nola, Maddaloni, Caserta e Capua per puntare poi, in situazioni di traffico nettamente migliorate, verso Cassino, sede di tappa.

Se in occasione della tappa Siracusa - Messina avevamo pedalato a lungo con l'Etna al nostro fianco, oggi è la sagoma del Vesuvio ad accompagnarci nel tratto da Nocera Inferiore a Nola.

E proprio a Nola effettuiamo la prima breve sosta. Si continua in un crescendo di traffico fino ai giardini antistanti la Reggia di Caserta dove ci fermiamo a fare le foto.

Pochi chilometri più avanti, a Capua, troviamo il secondo ristoro allestito da Maria Carla nello stesso posto dove effettuammo la sosta in occasione della seconda tappa della Ciclopedalata Roma - Olimpia - Atene nel 2016.

Dopo Capua il traffico inizia a scemare e alle 15.45 arriviamo tutti in gruppo al Sacrario Militare di Mignano Montelungo dove deponiamo una corona d'alloro sull'altare che sovrasta dall'alto il cimitero.

Gli ultimi chilometri fino a Cassino scorrono via veloci e all'arrivo il contachilometri segna 154 km con 1.000 metri di dislivello.

L'hotel in cui alloggiamo è gestito dal signor Pino, un vero appassionato di storia, che ha allestito un vero e proprio museo della battaglia di Cassino (gennaio - maggio 1944) nella hall dell'albergo (hotel La Pace).

Alle 19.00 in punto ci raggiunge in hotel Natalino, già validissimo collaboratore in occasione della Ciclopedalata Anzio - Normandia dell'estate scorsa, che ci accompagna a Picinisco (20 km da Cassino) dove nella Caciosteria di Casa Lawrence, accolti dal proprietario Loreto, si svolge una pantagruelica cena.

E' la terza volta che Pedalando nella Storia fa tappa a casa Lawrence e sicuramente non sarà l'ultima.


Mercoledì 22 gennaio 2020: l'ultima tappa parte alle 8.00 in punto con una temperatura di 3°C. Al gruppo si aggiungono Tony e Mauro venuti apposta da Anzio in macchina per pedalare con noi in quest'ultima frazione.

A Ceprano si abbandona la via Casilina e si prosegue su strade tranquille e assai panoramiche con belle vedute sui Monti Ausoni.

Due, come al solito, le soste in programma oggi: la prima ad Amaseno e la seconda a Borgo Grappa.

Anche oggi il tandem di Graziano e Roberto presenta dei problemi ai raggi e così, dopo aver esaurito le ruuote di scorta, a Priverno Graziano sale sul furgone in modo da consentire a Roberto di proseguire con la ruota posteriore malconcia ma con un bel po' di carico in meno.

In località Acciarella ci si ferma qualche minuto in corrispondenza della lapide che ricorda il punto in cui, il 22 gennaio di 76 anni fa precisi, iniziò l'operazione Shingle con lo sbarco delle truppe anglo-americane.

Sono le 14.45 quando i ciclisti fanno il loro ingresso al Sicily-Rome American Cemetery di Nettuno accolti dalla direttrice Melanie Resto.

Viene deposta la corona d'alloro sul monumento dei caduti accanto alle altre deposte in mattinata da altre istituzioni durante la cerimonia ufficiale per ricordare l'anniversario dello sbarco.

Dopo aver consegnato il didploma alla direttrice e scattato un'infinità di foto, si riparte per gli ultimi 3,5 km della Cicloavventura: destinazione il Museo dello sbarco di Anzio.

Qui ad attendere i ciclisti ci sono le autorità locali, con l'assessore alla cultura Laura Nolfi e altri rappresentanti del consiglio comunale (il sindaco Candido De Angelis, trattenuto in comune da impegni istituzionali, arriverà al termine della cerimonia), il direttore del Museo Patrizio Colantuono, che fa gli onori di casa e gli organizzatori della cerimonia di arrivo, Giorgio Bianchi e Giorgio Buccolini.

Come già avvenuto l'estate scorsa in occasione della cerimonia di partenza della Ciclopedalata Anzio - Normandia, sono presenti anche molti cittadini di Anzio che con la loro presenza testimoniano l'attacamento alla storia della propria città tributando, al contempo,  un riconoscimento ai ciclisti di Pedalando nella Storia che, per la seconda volta nel giro di sette mesi, hanno posto la città di Anzio al centro delle loro iniziative storico rievocative.

La Cicloavventura si conclude con la consegna di una targa del Museo dello sbarco di Anzio all'Associazione Pedalando nella Storia e la consegna, da parte di quest'ultima, dei diplomi alle autorità e ai collaboratori presenti.

E per concludere....assalto all'arma bianca sul ricchissimo buffet allestito nel giardino del Museo.

Prossime iniziative di Pedalando nella Storia sul sito www.pedalandonellastoria.net