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Mercoledì 17 ottobre 2018: prende il via da Roma la "Cicloavventura dalle rive del Tevere alle rive del Po" che culminerà con il pranzo sociale di fine anno 2018 di Pedalando nella Storia organizzato, per l'occasione, a Villa Monte Radice a Verrua Savoia, in provincia di Torino su una collina che domina il Po. Il percorso ricalcherà, in buona parte, le prime cinque tappe della Ciclopedalata storico-rievocativa - 2019 che vedrà i partecipanti pedalare dalle coste tirreniche di Anzio, a sud di Roma, alle coste atlantiche della Normandia, su un percorso di 1.944 km, per ricordare il settantacinquesimo anniversario dei due più famosi sbarchi aeronavali della seconda guerra mondiale. Tre i ciclisti romani che partono dalla capitale, alle 8.00 in punto, sotto un cielo plumbeo e dopo una notte di pioggia: Andrea, Rolando e Sergio. I primi chilometri si sviluppano lungo l'intera via Braccianese, da La Storta fino all'innesto sulla via Cassia poco prima di Vetralla dove ci si ferma per una rapida sosta al bar. Il cielo non promette nulla di buono ma per fortuna l'intera pedalata si svolgerà all'asciutto. Superata Vetralla il traffico veicolare si riduce drasticamente e i tre procedono spediti (nonostante una foratura di Sergio) lungo le piacevoli ondulazioni della Tuscia viterbese fino a Canino dove ad attenderli c'è Alessio. Si continua a pedalare fino ad entrare in Toscana passando dalla Tuscia alla Maremma. Le nubi progressivamente si diradano e il pericolo della pioggia risulta così scongiurato. A Manciano i quattro si concedono una sosta ristoratrice in un bar prima di affrontare l'impegnativa salita che porta a Scansano. Da Scansano mancano trenta chilomertri scarsi di discesa fino all'hotel di Grosseto dove si concluderà la tappa. Gli ultimi chilometri vengono percorsi, dopo il calar del sole, con le luci accese. Bilancio di questa prima tappa: 196 km con 2.310 metri di dislivello.
Giovedì 18 ottobre 2018: ci si sveglia con calma, si fa colazione senza fretta e ci si trasferisce in bici alla stazione ferroviaria di Grosseto dove alle 8.40, con pochi minuti di ritardo, arriva Massimo. Partiamo, così, in cinque alla volta di Viareggio dove si concluderà la seconda tappa (corrispondente alla terza della Anzio - Normandia 2019). Il percorso è pressochè interamente pianeggiante e si sviluppa lungo la costa tirrenica in parte sulla via Aurelia e in parte su strade limitrofe. Prima sosta a Follonica dove al gruppo si aggrega Leonetto. Si procede, quindi, di buon accordo con un po' di vento contrario fino a San Guido dove inizia il celebre viale dei cipressi, di carducciana memoria, che porta a Bolgheri. Pochi chilometri dopo, all'uscita di Cecina, ci si ferma in un ristorante per riempire il serbatoio muscolare di penne all'arrabbiata. Al momento di ripartire Alessio resta seduto e ci saluta, non perché sia stremato ma semplicemente perchè aspetterà qui l'arrivo della moglie Patrizia con cui trascorrerà il fine settimana. Ultima irrinunciabile sosta (doppia) a Pisa: la prima all'ingresso della città per un gelato, la seconda per immortalare la nostra presenza in una delle piazze più belle del mondo: piazza dei Miracoli come sempre gremita di gente. Il ricordo va immediatamente alle prime ore del mattino del 5 novembre 2016 quando sei ciclisti e due supporter di Pedalando nella Storia giunsero in questa piazza, assolutamente deserta, con un'illuminazione resa ancora più suggestiva dalla pioggerellina che cadeva tenue (prima di diventare un'autentico nubifragio), al termine della Ciclopedalata dell'alluvione partita nel tardo pomeriggio precedente dalle sorgenti dell'Arno per rievocare il cinquantesimo anniversario dell'alluvione di Firenze del 1966. I 24 chilometri tra Pisa e Viareggio vengono coperti in meno di un'ora e proprio mentre la luce del giorno lascia il posto alle ombre della sera, i cinque pedalatori concludono, dopo 184,5 km e 750 metri di dislivello, la loro fatica odierna.
Venerdì 19 ottobre 2018: la tappa di oggi, da Viareggio a Busalla, ricalcherà la quarta e parte della quinta tappa dela ciclopedalata Anzio - Normandia 2019. In realtà subito dopo la partenza i cinque non effettuano la deviazione verso Sant'Anna di Stazzema, dove nell'agosto del 1944 avvenne un terribile eccidio di civili da parte dell'esercito tedesco e dove, l'anno prossimo, i partecipanti alla ciclopedalata sosteranno per una breve cerimonia commemorativa. Si pedala, quindi, sul lungomare della Versilia attraversando tutte quelle cittadine (Lido di Camaiore, Forte de' Marmi, Marina di Masssa....) straripanti di villeggianti in estate e quasi deserte in autunno. Per diversi chilometri pedala con noi un simpatico "giovanotto" classe 1932 (tre anni più del nostro "capitano" Nunziato tanto per avere un metro di paragone). A Marinella di Sarzana si abbandona la strada costiera e ci si inoltra nell'entroterra transitando per il bel centro storico di Sarzana, Santo Stefano di Magra, Ceparana (dove nell'aiuola all'interno di una rotonda è esposto il tandem più lungo del mondo) fino a raggiungere, dopo un percorso bellissimo caratterizzato da boschi e torrenti, Borghetto di Vara, già sede di sosta e ristoro di due precedenti ciclopedalate di Pedalando nella Storia (2011 e 2013). Qui ci si ferma in un bar per rifocillarsi prima di affrontare la salita del Bracco. Massimo ne approfitta pure per recarsi al locale ufficio postale per pagare una bolletta (segno evidente che lo spirito del gruppo è decisamente cicloturistico). La successiva salita del Bracco è una di quelle salite che, se la valuti a tavolino (quota max, lunghezza, pendenza media, pendenza max) tendi a sottovalutarla tant'è che quando poi monti in sella ti scontri con ben altra realtà. Non è una salita impossibile ma comunque decisamente impegnativa, soprattutto nel tratto iniziale. La fatica è, comunque, ampiamente compensata dalla bella e panoramica discesa successiva che ti riporta sulla costa all'altezza di Sestri Levante. Dopo il successo delle penne all'arrabbiata di ieri si decide di replicare anche oggi con un pranzo seduti. Ci si ferma quindi a Lavagna e, essendo oramai in territorio ligure, non si può fare a meno di ordinare le trenette al pesto. Da Lavagna (che sarà sede di tappa l'anno prossimo) inizia una lunga e dolce ascesa fino alla località Ferriere dove inizia la seconda ed ultima asperità della giornata: il Passo della Scoffera, quota 679 metri s.l.m., poco di più rispetto al Passo del Bracco. La costruzione della superstada con gallerie e viadotti ha, di fatto, trasformato la vecchia statale in una ciclabile con un traffico veicolare pressoché nullo e si può, quindi, pedalare nella massima tranquillità godendosi il panorama e i bellissimi colori autunnali. Le continue intersezioni tra la vecchia strada e la nuova e le inevitabili differenze di ritmo tra i vari ciclisti in salita fanno si che i cinque si sfilaccino progressivamente. In cima alla Scoffera, ma in due punti diversi, Sergio e Leonetto imboccano la strada sbagliata (Leonetto addirittura la galleria della superstrada). E così l'arrivo all'Albergo Birra di Busalla (così chiamato perchè costruito in una vecchia fabbrica di birra, peraltro ancora funzionante) avviene alla spicciolata. L'ultimo ad arrivare, a fari accesi, è Leonetto che dopo aver ritrovato la strada persa sulla Scoffera, preso dalla foga della bella discesa successiva che arriva a Busalla, passa a tutta davanti all'Albergo ignorandolo e continuando a pedalare fino al paese successivo, Ronco Scrivia, prima di maturare il dubbio di essere andato "lungo". Conclusione della tappa: 184 km (202 per Leonetto) con 1.600 metri scarsi di dislivello (1.700 per Leonetto). Cena nella birreria annessa all'albergo e tutti a letto pronti ad affrontare l'ultima tappa.
Sabato 20 ottobre 2018: si parte senza fretta immersi nella nebbia. Dopo una breve sosta a Novi Ligure per una foratura di Sergio si arriva a Oviglio dove ad attenderci c'è Alessandro che pedalerà con noi per una trentina di chilometri mostrandoci una strada alternativa per raggiungere Asti (che sarà sede di tappa l'anno venturo) meno trafficata ma, forse, con qualche salita di troppo rispetto al tracciato ufficiale. Subito prima dell'ingresso ad Asti ci si ferma in un ristorante sulla strada per l'ormai consueto pranzo a base di pasta. Il clima tra noi cinque è rilassatissimo e la sosta si protrae fin troppo a lungo. Si riprende a pedalare su e giù per le colline e tra i vigneti del Monferrato, in una giornata decisamente calda, fino all'ultima sosta a Cavagnolo nella pasticceria che produce i "Cavagnolesi", un dolce tipico a base di nocciola. Manca pochissimo alla fine della Cicloavventura. Al settecentisimo chilometro dalla partenza da Roma si raggiunge finalmente il Po e lo si attraversa arrivando a Crescentino dove c'è l'agriturismo in cui pernotteremo. Bilancio dell'ultima tappa: 146 km con 620 metri di dislivello Bilancio complessivo dell'intera Cicloavventura: 711 km con 5.250 metri di dislivello circa La parte ciclistica della Cicloavventura finisce qui. Ma, come è noto, ogni iniziativa di Pedalando nella Storia è sempre caratterizzata da una triade di intenti: sportivo, culturale e gastronomico. Dell'aspetto sportivo abbiamo detto, sul culturale questa volta sorvolerei, resta il gastronomico. La finalità della Cicloavventura dalle rive del Tevere alle rive del Po, al di là del piacere di pedalare assieme agli amici e di testare le prime cinque tappe della Ciclopedalata dell'anno prossimo da Anzio alla Normandia, era anche quello di giungere sufficientemente affamati al pranzo sociale di fine anno di Pedalando nella Storia che si terrà domani. E, tanto per partire col piede giusto, la sera di sabato in nove (i cinque ciclisti, Piero e Mirella giunti in auto da Firenze, Maria Carla e la sua amica Vanna che domani ci ospiterà a Villa Radice per il pranzo) si ritrovano al ristorante Archigusto a Crescentino per un'ottima cena piemontese.
Domenica 21 ottobre 2018: dal 2013, anno della Ciclopedalata Roma Parigi, nel mese di ottobre si svolge il pranzo sociale di fine anno di Pedalando nella Storia. Al pranzo partecipano prevalentemente i ciclisti e i soci del Nord Italia visto che, per quelli del Centro/Sud viene organizzata una cena a Roma nel mese di settembre. Per quel che riguarda il pranzo, ogni anno si individua una località equidistante (o quasi) dai luoghi di provenienza dei partecipanti e così negli ultimi cinque anni ci si è ritrovati quattro volte in Lombardia (Iseo, Cremona, Bergamo e Pavia) e una volta in Veneto (Pastrengo). Quest'anno la scelta è caduta sul Piemonte, precisamente su Verrua Savoia dove Vanna, amica storica di Maria Carla e ottima chef, ha organizzato il pranzo a Villa Monte Radice, di proprietà della sua famiglia. Al momento dell'appello, alle ore 12.30, i presenti (ciclisti e familiari) sono 26, accomodati in quattro tavoli tondi nel bellissimo giardino della villa in una giornata soleggiata e calda. Per un pedalatore raccontare le
cronache ciclistiche è decisamente più semplice che raccontare lo
svolgimento di un ottimo pranzo per cui siete tutti invitati a
visionare fino alla fine la rassegna fotografica della Cicloavventura
dalle rive del Tevere alle rive del Po soffermandovi, in
particolare, sulle espressioni dei commensali che, più delle
parole, testimoniano l'eccellente riuscita della giornata.
Prossime iniziative di Pedalando nella Storia sul sito www.pedalandonellastoria.net
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