Home | Calendario | Resoconti e foto | Iscrizioni | Siti amici | Contatti | Tesseramento | Pedaliamo a... | |
CICLOAVVENTURA DALLE RIVE DEL TEVERE ALL'OLTREPO' PAVESE (12
- 16 ottobre 2016) Come da tradizione anche quest'anno "Pedalando nella Storia - Maurice Garin" organizza un pranzo per i "Soci Padani", termine oramai entrato nel lessico dell'associazione per indicare coloro che vivono a nord dell'Arno. Dopo i precedenti pranzi al lago d'Iseo (2013), a Cremona (2014) e a Bergamo (2015), la scelta della sede, quest'anno, ricade su Pavia. La novità è che anche alcuni "Soci Terroni" (termine affettuoso con cui sono indicati coloro che abitano a sud dell'Arno) decidono di partecipare all'evento pavese partendo da Roma in bicicletta quattro giorni prima. Prima tappa: Roma - Foligno (150 km, 2.000 metri di dislivello) E così la mattina di mercoledì 12 ottobre a piazzale di Ponte Milvio si ritrovano Andrea, Sergio, Marco e Vilmer che, nonostante sia un "padano", è venuto a Roma in auto per aggregarsi alla comitiva di cicloavventurosi diretti al nord. La giornata è tersa ma un po' freddina. I primi chilometri scorrono via veloci sulla via Flaminia e sulla Tiberina trafficate come al solito. Dopo Fiano Romano la situazione cambia: il traffico si riduce drasticamente ed iniziano gli impegnativi "mangia e bevi" della Sabina. La sosta per il pranzo viene effettuata a Terni poco prima di affrontare la più impegnativa asperità della giorna: il Passo della Somma sull'antico tracciato della via Flaminia. Il tratto veramente impegnativo è relativamente breve (un paio di chilometri) ma la pendenza in alcuni tratti supera il 15% e non ti concede respiro. Dopo una piacevolissima discesa si giunge a
Spoleto, incantevole cittadina umbra dall'impronta medievale.
Anche qui si effettua una breve sosta prima di affrontare gli
ultimi trenta chilometri in pianura fino a Foligno dove la prima
tappa ha termine. Il contachilometri segna poco più di 150
chilometri e quasi 2.000 metri di dislivello. Dopo un'ottima cena si va a dormire presto visto che domani ci attende una tappa breve ma con arrivo in salita. Seconda tappa: Foligno - Chiusi la Verna (134,5 km, 1.730 metri di dislivello) La mattina seguente ci si sveglia con un cielo coperto che non promette nulla di buona. La temperatura continua ad essere insolitamente bassa per la stagione e per scaldarsi bisogna attendere la salita che ci porta ad Assisi. Al gruppo si è aggiunto Rolando che è arrivato a Foligno in treno. Dopo una breve sosta ad Assisi (sempre suggestiva) si prosegue nella valle del Tevere fino ad Umbertide dove inizia a piovere. Ci si ferma, quindi, in un bar per rifocillarsi e coprirsi un po' di più. Per fortuna la pioggia è di scarsa intensità e si alterna a momenti di sereno. A Sansepolcro entriamo in Toscana e poco dopo, a Pieve Santo Stefano, decidiamo di concederci un piatto di pasta prima di affrontare la salita di quasi venti chilometri che ci porterà al Santuario di Chiusi La Verna. Si riparte sotto un cielo plumbeo e proprio all'ultimo chilometro inizia a piovere con decisione. Arriviamo alla foresteria del santuario bagnati (ma non troppo) e infreddoliti dopo 135 chilometri e 1.750 metri di dislivello. Una bella doccia bollente e un pisolino prima della cena ci rimettono in sesto. La cena è apparentemente frugale (zuppa,
verdure, formaggio) ma le porzioni per noi ciclisti sono
abbondantissime e quando andiamo a dormire ci sentiamo fin
troppo sazi. Terza tappa: Chiusi la Verna - Bologna (182,5 km, 2.325 metri di dislivello) Piove violentemente per tutta la notte e solo mentre stiamo consumando la prima colazione le nubi si diradano un po'. Partiamo in discesa ben coperti per la tappa più impegnativa con ben tre "gran premi della montagna". Poco prima di Stia Sergio fora una prima volta. Sostituita la camera d'aria si riparte sotto un pallido sole alla volta della prima salita di giornata: il passo Croce ai Mori. Lungo la successiva lunga discesa verso Dicomano, Sergio fora di nuovo due volte ed esaurisce le camere d'aria a disposizione. Gli altri nel frattempo sono giunti alla fine della discesa dove ad attenderli c'è Piero pronto ad aggregarsi al gruppo. Dopo un rapido scambio di telefonate con Sergio si decide di mandare Piero a recuperarlo con la macchina (la casa di Piero si trova a poche centinaia di metri dal punto dove ci siamo incontrati) mentre Marco, Rolando, Vilmer e Andrea proseguiranno fino all'azienda agricola "Il Forteto" dove è previsto un ristoro. Purtroppo nei giorni feriali l'azienda chiude all'ora di pranzo e così per il ristoro ci si deve trasferire in un bar a Vicchio. Dopo pochi minuti arrivano anche Piero e Sergio
che hanno sostituito la camera d'aria. Si riparte dopo una
mezz'ora sotto un cielo sempre più minaccioso. Superato il lago di Bilancino si inizia a salire verso il passo della Futa sotto una pioggerellina che si fa via via sempre più insistente. Al valico, posto a quota 903 m s.l.m., fa decisamente freddo e oramai piove decisamente. Nei successivi 13 chilometri si alternano tratti in discesa e ripidi strappi che culminano con il passo della Raticosa, poche decine di metri più alto della Futa. Affrontiamo la discesa verso Bologna sferzati dalla pioggia che cade sempre più forte. A Monghidoro decidiamo di ripararci in un bar. Il tempo di entrare nel locale e si scatena una vera e propria bufera. All'appello manca Sergio che si è attardato lungo la salita della Futa. Nel momento il cui il nubifragio raggiunge la sua massima intensità Sergio fa la sua apparizione provato ma deciso a proseguire. Restiamo per quasi un'ora nel bar cercando di riscaldarci e di asciugare il possibile. Constatato che la pioggia non accenna ad esaurirsi, attendiamo almeno che si riduca di intensità prima di rimetterci in sella. Tra le nubi bassissime e la giornata che volge al tramonto, la visibilità è decisamente scarsa e ripartiamo, quindi, con le luci accese per essere sicuri di essere visti dagli automobilisti. Gli ultimi chilometri si svolgono in un crescendo di traffico, preludio all'ingresso a Bologna. All'arrivo in albergo, zuppi come non mai, troviamo ad attenderci Maria Carla e Antonella che domani pedalerà con noi. In pratica siamo partiti da Roma in quattro e ogni giorno si è aggiunto al gruppo un nuovo pedalatore. Dopo una bella doccia corroborante ci rechiamo a cena in una vicina pizzeria. All'uscita dal locale piove ancora ma le previsioni per l'indomani sembrano incoraggianti. Quarta tappa: Bologna - Pavia (206 km, 375 metri di dislivello) Dopo tante salite oggi, fortunatamente, avremo a che fare solo con alcuni cavalcavia. Percorriamo gli infiniti rettilinei della SS 9 via Emilia attraversando piccoli paesini e centri più importanti come Modena, Reggio Emilia, Parma. A Sant'Ilario d'Enza Maria Carla ci allestisce un ristoro volante con pizza, dolci e bibite. Proseguiamo di buona lena fino a Piacenza dove ci fermiamo per il pranzo in una rosticceria. Abbandoniamo quindi la via Emilia puntando verso l'Oltrepò pavese, l'unica zona della Lombardia situata a sud del fiume Po. Raggiungiamo il maggiore dei fiumi italiani e lo attraversiamo percorrendo il monumentale Ponte della Becca situato in corrispondenza della confluenza del Ticino nel Po. Ancora pochi chilometri e, finalmente, alle 18 facciamo il nostro ingresso a Pavia concludendo la cicloavventura (almeno per quel che riguarda l'aspetto ciclistico). Epilogo:
pranzo sociale al ristorante "Gli amici del PO" - Ponte della
Becca In realtà la mattina di domenica c'è chi, non pago dei chilometri fin qui percorsi, decide di raggiungere Milano pedalando sulle ciclabili. Mentre gli altri ancora dormono o fanno i turisti per Pavia, Sergio, Marco e Antonella raggiungono il capoluogo lombardo non solo per diletto ma anche per ritirare il furgone col quale ciclisti e bici faranno ritorno a Roma. Alle 12.30 in punto ci si ritrova tutti quanti al ristorante "Gli amici del Po", alla confluenza tra Ticino e Po, sotto il Ponte della Becca per il tradizionale pranzo di fine stagione. Oltre ai sette "cicloavventurosi" sono presenti gli amici piemontesi (biellesi e vercellesi), i lombardi (milanesi e bresciani), i bergamasco/bostoniani (Laura) e, graditissima presenza, Lorenzo che già ha dato la sua adesione a partecipare col tandem guidato da Bruno alle prossime iniziative di Pedalando nella Storia. In tutto 27 presenze, tra ciclisti e familiari,
per un piacevolissimo pranzo in un locale tranquillo, con un
impeccabile servizio e un ottimo menù. Prossimi eventi di Pedalando nella Storia sul sito www.pedalandonellastoria.net. |