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Primo giorno: Trento - Asiago

(62 km, 1.420 metri di dislivello)

6 luglio 2015: Il termometro segna 40 (quaranta!!!) gradi in piazza del Duomo a Trento quando alle 15.30, dopo la benedizione di don Daniele Laghi, in rappresentanza del Vescovo, prende il via  la ciclopedalata "Sulle strade della Grande Guerra".

Trenta i partecipanti alla sesta ciclopedalata storico/rievocativa organizzata dall'Associazione "Pedalando nella Storia - Maurice Garin" per ricordare il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale in Italia. Tra di essi due cicliste, Marina e Antonella, un atleta non vedente, Graziano con la sua guida Roberto, e cinque indispensabili accompagnatori sui due mezzi al seguito: Maria Carla, Alessandra, Sonia, Claudio e Giovanni.

Si parte subito in salita alla volta del Passo di Vezzena. La temperatura non accenna minimamente a calare e le forze dei venticinque ciclisti sono messi a durissima prova. Fortunatamente non mancano le fontanelle lungo il percorso. Anche lo staff al seguito si da molto da fare per supportare i pedalatori con rifornimenti volanti.

Valicato dopo una quarantina di km il Passo di Vezzena i ciclisti raggiungono rapidamente in discesa Asiago ove è posto il traguardo di questa prima impegnativa, seppur breve, tappa.

Pur trovandoci ad oltre mille metri di quota la temperatura continua a mantenersi elevata e tutti sono consapevoli che la tappa di domani sarà particolarmente impegnativa.


Secondo giorno: Asiago - Redipuglia

(221 km, 830 metri di dislivello)

7 luglio 2015: si parte alle 7.30 dopo una breve sosta di fronte all'ingresso del Sacrario Militare di Asiago. I primi chilometri scorrono via veloci lungo la discesa che porta a Bassano del Grappa ove è posta la prima sosta volante.

Qui ad attendere i ciclisti c'è la troupe televisiva di "Rete Veneta" che realizza un breve filmato per le TV locali ed il Maresciallo Simmaco Smeragliuolo, del Sacrario Militare di Monte Grappa, che si aggrega in bicicletta al gruppo.

Si riparte alla volta di Nervesa della Battaglia, alle pendici del Montello, teatro di feroci battaglie nel 1918 tra cui quella decisiva del Solstizio che segnò l'inizio della riscossa dell'esercito italiano dopo la disfatta di Caporetto del 1917.

Ad accogliere i ciclisti presso l'Ossario di Nervesa ci sono il sindaco Fabio Vettori e la consigliera comunale Chiara Zanetti.

Dopo una breve visita del Sacrario ed uno scambio di doni con il sindaco, il ciclista più anziano, Nunziato classe 1935, ed il più giovane, Stefano classe 1972, depongono una corona d'alloro sull'altare all'interno dell'Ossario.

Il caldo è implacabile e i morsi della fame e, soprattutto, della sete iniziano a farsi sentire. Il gruppo riparte, quindi, dall'Ossario per raggiungere la vicina sede dall'Associazione Nazionale Alpini - sezione di Bavaria ove il capogruppo Stefano ed il suo vice Marco hanno organizzato, con la collaborazione di altri alpini e dei loro familiari, un ottimo e graditissimo pranzo.

A fatica (per il caldo e lo stomaco pieno) si riparte alla volta del Friuli scortati da un trio di ciclisti di Sacile.

Ed è proprio a Sacile che si effettua la sosta successiva, anche qui ospiti della locale sezione dell'Associazione Nazionale Alpini situata in una fresca radura sulle rive di un torrente.

Con il capo gruppo Paolo che fa gli onori di casa sono presenti numerosi Alpini con i loro familiari e la vicesindaca di Sacile, Vannia Gava.

I chilometri da percorrere fino a Redipuglia, sede di questa seconda tappa, sono ancora tanti e si riparte, quindi, in piccoli gruppetti con la temperatura che non accenna a diminuire.

Finalmente, dopo un'ulteriore breve sosta a Palmanova, i ciclisti raggiungono, dopo oltre 220 km, l'agognata meta ed alcuni trovano anche il tempo per un tuffo nella piscina dell'hotel prima della cena.

Al termine della cena Federico, che in Svezia a Linkoping gestisce un Bike Cafè, intrattiene per una mezz'ora tutti i ciclisti con un'interessantissima lezione su cerchi, copertoncini e camere d'aria a cui segue la dimostrazione pratica di come sostituire rapidamente la camera d'aria in caso di foratura.


Terzo giorno: Redipuglia - Trieste - Kobarid

(134 km, 970 metri di dislivello)

8 luglio 2015: il programma odierno prevede due semitappe: una la mattina, di soli 37 chilometri, fino a Trieste ed una pomeridiana, di un centinaio di chilometri, che porterà la carovana in Slovenia a Kobarid, meglio nota come Caporetto.

Si parte alle 10.00 dopo la visita dell'imponente Sacrario Militare di Redipuglia. Una breve sosta a Prosecco consente di ricompattare il gruppo che giunge puntuale all'appuntamento con i Vigili Urbani triestini presso la stazione ferroviaria alle 11.45.

Qui sono presenti anche due tandem con altrettanti ragazzi non vedenti e le loro guide provenienti dall'Istituto per ciechi Rittmeyer.

Scortati dalle auto dei vigili i ciclisti e gli accompagnatori raggiungono la scenografica Piazza dell'Unità d'Italia ove si trova la sede del comune.

Ad attendere nella sala consiliare del comune il gruppo c'è la vicesindaca Fabiana Martini che per l'occasione indossa la maglietta ufficiale dell'Associazione Pedalando nella Storia già donatale in occasione di un precedente incontro.

Al termine dell'incontro, dopo l'usuale scambio dei doni (gagliardetto di Trieste all'associazione e diploma al merito cicloturistico con nuova maglietta della Grande Guerra alla rappresentante del comune) e le foto di rito in piazza Unità d'Italia, sempre scortati dai Vigili Urbani i ciclisti e gli accompagnatori raggiungono l'Istituto per ciechi Rittmeyer per il pranzo.

La direttrice, Elena Weber, ha fatto allestire numerosi tavoli nel giardino dell'Istituto ed i ciclisti possono così godersi un'ora e mezza di sano relax al fresco sotto l'ombra degli alberi gustando le numerose portate del ricco buffet.

Si riparte, sufficientemente appesantiti, alle 14.30 in direzione Slovenia. Superato il confine a Gorizia la strada prosegue verso nord costeggiando l'Isonzo con scorci talvolta davvero incantevoli.

La temperatura si fa via via più sopportabile mentre nubi minacciose iniziano ad addensarsi sulla testa dei ciclisti. Pressoché contemporaneamente all'arrivo degli ultimi pedalatori a Kobarid si scatena un violento acquazzone che finalmente rinfresca l'aria.

Alla cena in hotel è presente il vicesindaco di Kobarid, Marko Miklavic con la moglie. Solito scambio di doni al termine della cena e poi tutti a lezione di meccanica ciclistica dal 'professor' Federico.


Quarto giorno: Kobarid - Presseggersee

(83 km, 1.425 metri di dislivello)

9 luglio 2015: la giornata inizia alle 8.30 con la visita a piedi del Sacrario Militare di Kobarid e, a seguire, dell'interessantissimo  Museo della Grande Guerra.

Si inizia a pedalare verso le 10.30 sulla strada che inizialmente costeggia il fiume Isonzo risalendo progressivamente la bellissima vallata. All'approssimarsi del Passo di Predil le pendenze si fanno più impegnative e al quarantesimo chilometro si supera il valico rientrando in Italia.

Dopo un paio di chilometri di discesa, sulle rive del lago di Predil, i ciclisti trovano l'unico ristoro  della giornata. Panini, dolci e frutta per tutti e dopo un'infinità di foto per immortalare la bellezza del luogo, si riparte pigramente alla volta di Tarvisio.

Qui Graziano saluta il gruppo e si imbarca col tandem sul treno che lo riporterà a casa per un impegno (ciclistico) già preso in precedenza mentre la sua guida, Roberto Bianchi (per distinguerlo dagli altri due Roberti) inforca la sua bici fino ad allora trasportata sul furgone, e prosegue la ciclopedalata.

Poco dopo Tarvisio si supera nuovamente il confine, questa volta con l'Austria, e si continua a pedalare su strade ondulate un po' trafficate fino a Presseggersee.

L'hotel è situato in prossimità di un lago ed è dotato di un 'centro benessere'. Buona parte del pomeriggio viene trascorsa dalla maggioranza dei ciclisti ed accompagnatori a mollo nelle piscine con idromassaggio o sul prato a prendere il sole o a passeggiare sulle rive del lago.

Una giornata di relativo impegno e di relax non potrà che giovare in vista delle prossime due tappe.


Quinto giorno: Presseggersee - Misurina

(139 km, 2.000 metri di dislivello)

10 luglio 2015: partenza alle 8.30. Il gruppo si divide quasi immediatamente: la maggioranza dei ciclisti imbocca la statale mentre un piccolo drappello capitanato da Rolando si avventura sulla pista ciclabile. Ci si ritroverà tutti assieme al ristoro di Oberdrauburg dopo una cinquantina di chilometri.

Di lì si prosegue in piccoli gruppi fino a Lienz dove inizia la celebre e frequentatissima "ciclabile della Drava". La maggioranza dei villeggianti e dei turisti percorre questa bella e suggestiva pista ciclabile prevalentemente in discesa, da San Candido a Lienz mentre il traffico nella direzione opposta risulta assai più scarso.

Per tale motivo i ciclisti devono prestare molta attenzione a chi arriva in senso opposto, talvolta ad elevata velocità, occupando spesso l'intera carreggiata. E proprio in corrispondenza di un incrocio Marina rischia un 'frontale' con un bambino riuscendo a evitarlo per pochi centimetri.

Si giunge così al confine con l'Italia e nel primo paese altoatesino, Prato alla Drava, è situato il ristoro per il pranzo. Panini, cous cous, frutta, dolci e bevande a volontà permettono ai ciclisti di recuperare un po' di energie in vista del gran finale di tappa.

In parte sulle piste ciclabili, in parte sulle strade statali, si giunge a Dobbiaco e di lì si inizia a salire verso Misurina mentre Roberto B. tira dritto per Bressanone dove ad attenderlo c'è la compagna Sonia con il camper. I due si riuniranno alla carovana all'ora di cena.

Poco prima di Carbonin ci si ferma per ammirare le Tre Cime di Lavaredo che si stagliano maestose sull'azzurro del cielo.

Gli ultimi sei chilometri fino al lago di Misurina, ove si trova l'hotel, sono impegnativi ma ciò nonostante la maggioranza dei ciclisti decide di concedersi un'ulteriore appendice di pedalata affrontando la mitica salita delle Tre Cime di Lavaredo.

Prima di cena in molti si concedono un aperitivo sulle rive dell'incantevole lago e alcuni, non paghi delle fatiche della giornata, ne effettuano il periplo a piedi.

Ci troviamo a 1.750 metri sul livello del mare e la temperatura serale è decisamente 'fresca' ma non al punto da scoraggiare i ciclisti a disertare l'interessantissima lezione di Federico su freni e cambio che si tiene nella terrazza dell'hotel dopo cena.


Sesto giorno: Misurina - Canazei

(88 km, 2.050 metri di dislivello)

11 luglio 2015: adunata in borghese (nel senso non in tenuta ciclistica) alle 8.30 di fronte all'hotel e di lì tutti a piedi al vicino parcheggio da cui partono le jeep per Monte Piana.

In pochi minuti tutti e trenta vengono trasportati sul monte che domina Misurina e fronteggia (da una quota più bassa) le Tre Cime di Lavaredo. Il panorama è di quelli che lasciano a bocca aperta.

Qui furono combattute violentissime battaglie durante la Grande Guerra tra gli eserciti italiano ed austro-ungarico e l'intera area è ora attrezzata a museo all'aperto. Ancora si vedono le trincee, le gallerie scavate nella roccia. le voragini dei tiri d'artiglieria, le baracche dei soldati che qui morirono a migliaia.

Tornati all'hotel con le jeep (tranne Rolando e Marina che preferiscono scendere a piedi per i circa 5 km con 450 metri di dislivello) si pranza e verso le 14.00 si parte per il "tappone".

In realtà i chilometri da percorrere non sono tanti ma bisogna fare i conti con due temibili passi: il Falzarego (cima Coppi della ciclopedalata con i suoi 2.105 metri) ed il Fedaia (che non ha certo bisogno di presentazioni).

Da Misurina si raggiunge velocemente in discesa Cortina d'Ampezzo, la perla della Dolomiti, situata in una splendida conca circondata dalle più belle cime dolomitiche.

Superato il torrente Boite iniziano i 16 chilometri d'ascesa che portano al Passo Falzarego. Le pendenze non sono proibitive e la prima asperità di giornata viene superata senza particolari problemi da tutti i ciclisti. Al ristoro posto poco prima del valico alcuni decidono di raggiungere l'arrivo a Canazei passando per Arabba e affrontando, quindi, il Pordoi anziché il più impegnativo Fedaia.

Gli altri puntano su Caprile da cui partono i 14 terribili chilometri che culminano al Passo Fedaia sulle rive del lago in cui si specchia il ghiacciaio della Marmolada (a dire il vero sempre più ridotto).

Poco dopo Rocca Pietore è posto un secondo ristoro e di lì inizia il breve ma affascinante percorso attraverso le Gole di Sottoguda. Tornati sulla strada principale i ciclisti si trovano a dover affrontare i terribili 'dritti' con pendenze costantemente a due cifre fino alla Capanna Bill. Qui iniziano i due chilometri finali sempre impegnativi ma con qualche tornante che allevia per poche pedalate l'impegno dei pedalatori.

La visione del lago (un po' in secca) in cui si specchia la Marmolada ripaga tutti delle grosse fatiche di questa penultima tappa.

Si arriva con una veloce e piacevole discesa a Canazei dove i ciclisti  trascorreranno l'ultima notte di questa ciclopedalata.


Settimo giorno: Canazei - Trento

(96 km, 370 metri di dislivello)

12 luglio 2015: siamo all'epilogo della ciclopedalata. Si parte dopo un'abbondante colazione alle 8.30.

I chilometri scorrono via veloci sulle strade prevalentemente in discesa che attraversano la Val di Fassa e la Val di Fiemme. Via via che si scende di quota la temperatura riprende a salire (non ai livelli dei primi due giorni, per fortuna!)

Dopo un ristoro volante al sessantesimo chilometro i ciclisti raggiungono rapidamente Lavis dove si raggruppano in corrispondenza di una gelateria che viene letteralmente presa d'assalto.

Gli ultimi dieci chilometri vengono percorsi tutti assieme sulla pista ciclabile che corre lungo il fiume Adige fino a Trento.

Si arriva nello stesso circolo sportivo da cui si era partiti sette giorni prima. Dopo aver caricato sulle proprie autovetture il bagaglio e le biciclette ci si può finalmente concedere una doccia rilassante e un gustoso pranzo rigenerante.

I commenti a caldo sono decisamente positivi. Abbiamo vissuto intense emozioni pedalando in luoghi bellissimi. Il caldo dei primi giorni ci ha messo a dura prova così come le salite delle ultime tappe. Ma alla fine abbiamo portato a termine con grande soddisfazione questa bellissima esperienza che ci ha fatto vivere una sorta di paradosso: toccare con mano gli orrori della Grande Guerra pedalando nello splendore di percorsi unici al mondo.

Prossimo appuntamento, per quel che riguarda le ciclopedalate storico/rievocative di Pedalando nella Storia, nella primavera 2016 sul percorso Roma - Olimpia - Atene in occasione dell'accensione della torcia olimpica destinata ad ardere nel braciere dello stadio olimpico di Rio de Janeiro durante i Giochi della XXXI Olimpiade dell'era moderna.