Home | Calendario | Resoconti e foto | Iscrizioni | Siti amici | Contatti | Tesseramento | Pedaliamo a... | |
CICLOAVVENTURA NELL'INFERNO DEL NORD (2 - 8 giugno 2014) Prima tappa: Charleroi - Liegi 02 giugno 2014: alle 10.15 con lo sbarco di Piero proveniente da Orio al Serio si completano gli arrivi dei partecipanti alla "Cicloavventura nell'Inferno del Nord". Rolando, Paola, Marco, Giovanna, Roberto, Mario e Christoph sono atterrati all'aeroporto di Charleroi già da un'ora circa ed hanno iniziato a montare nel parcheggio le biciclette trasportate dall'Italia con un furgone dagli organizzatori Maria Carla e Andrea. Con loro c'è anche Massimo che ha portato a termine, nei giorni precedenti, due Fleches de France. Pochi minuti prima delle 11.00 sei bici, il tandem di Mario e Christoph ed il furgone con Maria Carla, Paola e Giovanna partono alla volta di Liegi ove è posto il traguardo della tappa odierna di 144 km. Il percorso si sviluppa inizialmente su morbide ondulazione in una bella giornata di sole fino a Namur dove inizia la panoramica e tranquilla pista ciclabile lungo la Mosa. A Huy si presenta la prima asperità della giornata....e che asperità!!!! . Il Muro di Huy, erta finale della Freccia Vallona, mette a dura prova, con le sue pendenze fino al 20%, i ciclisti. In cima alla salita le validissime accompagnatrici hanno allestito un gustoso ristoro che ci permette di recuperare un po' di forze in vista del gran finale di tappa. Si riparte sulle ondulatissime colline della Vallonia per affrontare il tratto finale della Liegi - Bastogne - Liegi. In successione affrontiamo il Col de la Redoute (salita simbolo della "Doyenne"), lo Sprimont, il Sart Tillman e il Saint Nicolas (la salita degli italiani posta alla periferia di Liegi). E proprio all'inizio di quest'ultima salita si verifica il primo dei due incidenti meccanici dell'intera Cicloavventura. Il forcellino posteriore destro della nuovissima bicicletta di Massimo si spezza di netto. Vista l'impossibilità di riparare il danno si decide di abbandonare lo sfortunato Massimo all'imbocco della salita e di proseguire fino all'ostello della gioventù di Liegi. Dopo aver svuotato il furgone e consegnato tutti i bagagli ai ciclisti, Maria Carla e Paola tornano indietro a recuperare Massimo e la bicicletta. Durante la cena in ostello si definisce il programma dell'indomani. I ciclisti ripartiranno alle 8.00 mentre Massimo raggiungerà in treno Tournai dove ha soggiornato la notte prima della partenza per la Cicloavventura nell'Inferno del nord proveniente dalle Fleches de France e dove ha lasciato in hotel (fortunatamente per lui) una bici di scorta. Da Tournai pedalerà direttamente verso Geraardsbergen (50 km circa) ove si ricongiungerà agli altri. Una passeggiata serale dopo cena per il centro storico di Liegi conclude la lunga giornata. Domani ci attendono le Fiandre....ed i suoi muri.
Seconda tappa: Liegi -
Geraardsbergen 03 giugno 2014: sveglia alle 7.00 e partenza intorno alle 8.00. L’uscita dal centro storico di Liegi avviene nel caos del traffico mattutino. Affrontiamo subito la salita di Ans ove è posto l’arrivo della Liegi – Bastogne – Liegi e di lì proseguiamo su piste ciclabili in direzione di Waterloo. Qui, ai piedi della collina edificata per ricordare il sito della più famosa battaglia della storia, è posto il ristoro a base di cous cous, panini, dolci e bevande. Poco dopo la sosta di Waterloo si entra nelle Fiandre occidentali e sui cartelli stradali le scritte olandesi sostituiscono quelle francesi. Sotto una pioggerellina, a tratti anche intensa, proseguiamo verso Geraardsbergen ove è posto il muro più celebre di tutte le Fiandre al punto da essere chiamato semplicemente “De Muur”. Poco prima dell’ingresso nel paese ci raduniamo in corrispondenza di un incrocio. A destra si va verso l’agriturismo Hakuna Matata ove trascorreremo la notte, a sinistra si arriva alla Cappella posta in cima al Muur, proseguendo dritti per una ripida discesa si arriva a Geraardsbergen. Mario preferisce andare direttamente a fare la doccia e sale sul furgone mentre le sei bici (nel frattempo si è ricongiunto a noi anche Massimo che ha recuperato la bici di riserva a Tournai) ed il tandem con il solo Christoph raggiungono la piazza principale del paese dove inizia il Muur. Il fondo stradale è in pavé e le pendenze si fanno subito impegnative. Quando inizia il tratto nel bosco (quello con la celebre curva verso sinistra ove tante volte si è deciso il Giro delle Fiandre) le ruote posteriori delle bici iniziano a slittare sul tappeto di foglie bagnate e mantenersi in sella è davvero impegnativo. A poche decine di metri dall’ultima curva, quella che immette sul breve rettilineo culminante con la Cappella, tutti devono mestamente mettere il piede a terra. La speranza è che il pallido sole che nel frattempo si è affacciato tra le nubi riesca ad asciugare il pavé consentendoci domani mattina di riprovare con maggior fortuna. In cima alla salita c’è Giovanna che ha ceduto il suo posto sul furgone a Mario e, armata di macchina fotografica, immortala gli sforzi di noi ciclisti (al termine della cicloavventura avrà scattato più di 1.200 foto!). Visto che sul tandem c’è un posto libero (complimenti a Christoph che per poco non è riuscito a portare a termine il Muur da solo) Giovanna si accomoda sul sellino posteriore e, sgomenta per il fatto che il suo manubrio sia senza le leve dei freni, raggiunge assieme agli altri il delizioso agriturismo Hakuna Matata dove la famiglia di Franky Poelaert ci accoglie con simpatia ed affetto. Franky è un ingegnere elettronico che dopo aver lavorato per importanti multinazionali in giro per il mondo ha deciso che la pace e la tranquillità di un piccolo borgo delle Fiandre occidentali nel calore della propria famiglia (moglie e due simpatici bambini) non aveva prezzo. E così ora gestisce un bellissimo e attrezzato agriturismo assai frequentato dai ciclisti di tutto il mondo vista la vicinanza con il Muur. Nelle numerose mail che ci siamo scambiati nei mesi precedenti mi ha garantito che ci cucinerà un’ottima pastasciutta al dente (“spaghetti alla bolognese”). I miei timori sulle qualità culinarie di Franky aumentano drasticamente quando, un’ora prima dell’orario di cena, noto casualmente in cucina una gran quantità di spaghettini già scolati e lasciati a secco in una pentola vuota. Ma al momento di andare a cena con gran sollievo scopro che gli spaghetti fiamminghi scolati un’ora prima e accompagnati da un ragù di carne olandese possono tranquillamente competere con i primi nostrani al punto che tutti quanti facciamo il bis. Quella di oggi è stata la tappa più lunga (165 km) e domani ci attendono gli altri muri delle Fiandre.
Terza tappa:
Geraardsbergen - Gand 04
giugno 2014: ci svegliamo sotto
la pioggia. Il cielo è plumbeo e le previsioni pessime. Dopo una lauta colazione ci bardiamo di
tutto punto e partiamo alla conquista dei muri delle Fiandre. Ne
abbiamo in programma sette ma decidiamo subito di escludere la
ripetizione del Muur. Non siamo riusciti a restare in sella ieri
sera con il pavé umido, figuriamoci oggi sotto la pioggia
battente. Puntiamo, quindi, verso Ronsee dove
affrontiamo il Kruisberg, 1.800 metri sul pavé con pendenza
massima del 9%. Christoph e Mario, viste le difficoltà di
mantenere il tandem in equilibrio sul fondo viscido, decidono di
puntare direttamente su Oudenaarde ove è posto il ristoro. Gli altri proseguono verso i muri successivi: Karnemelbeek, con tratti al 14%, l’Oude Kwaremont (13% di pendenza massima sul pavé), il Paterberg, cortissimo (meno di 400 metri) ma con pendenze quasi proibitive (12% di media, 20% la massima), fino ad arrivare al mitico Koppenberg, 700 metri al 9% di media con punte del 19%. Ogni anno molti professionisti impegnati nel Giro delle Fiandre sono costretti a mettere il piede a terra. Le possibilità che noi, sotto la pioggia che non ci da tregua e con i blocchetti di pavé che sembrano tante saponette, possiamo arrivare in cima senza scendere dalle bici sono praticamente pari a zero e così sarà nonostante l’impegno e la caparbia di tutti quanti. Gli ultimi due muri li affrontiamo, rispettivamente , in salita, Steenbeekdries (5% di pendenza media sul pavé), e in discesa, Stationsberg (sempre in pavé con tratti al 10%). Il ristoro a Oudenaarde si svolge nel parcheggio di fronte al Museo Ronde Van Vlaanderen sfruttando una breve interruzione della pioggia. Ripartiamo nel momento in cui riprende a piovere con destinazione Gand. All’arrivo (94 km in tutto) siamo completamente zuppi ma soddisfatti per le emozioni provate sui muri fiamminghi dove i più grandi campioni hanno scritto pagine di grande ciclismo. A Gand si aggregano al gruppo Sandro e Svetlana partiti la mattina stessa da Roma. In serata la pioggia si attenua per poi cessare completamente e ne approfittiamo tutti per una visita a questa bellissima città costruita sui canali.
Quarta tappa: Gand -
Bruges 05 giugno 2014: la tappa odierna e le due successive saranno decisamente meno impegnative delle tre precedenti sia per chilometraggio che per dislivelli. Dobbiamo sicuramente recuperare un po’ di forze in vista del grande impegno di domenica. Partiamo per Bruges (poco più di 40 km) sotto la pioggia percorrendo per lungo tratto una bella pista ciclabile lungo il fiume. All’arrivo a Bruges la pioggia è cessata e spunta un bel sole che scalda l’aria al punto che Christoph, appena arrivato in hotel, si butta in piscina per una lunga nuotata. La giornata è interamente dedicata alla visita di Bruges, un autentico gioiello perfettamente conservato, ricchissimo di palazzi, monumenti e scorci sui canali di rara bellezza. Ma
lo splendore di questa cittadina si apprezza ancor di più la
sera quando l’illuminazione del centro storico e dei palazzi
affacciati sui canali offre suggestioni indimenticabili.
Quinta tappa: Bruges -
Tournai 06 giugno 2014: dopo la solita abbondantissima colazione si parte alla volta di Tournai con un piccolo fuori programma. Percorrendo una bellissima pista ciclabile lungo uno dei tanti canali che convergono a Bruges, arriviamo a Damme, un piccolo borgo medioevale, dove sostiamo per un’appendice di colazione in un bar sul fiume di fronte ad un mulino a vento. Riprendiamo, quindi, la strada verso Tournai. L’unico ristoro della giornata è posto poco prima di Kortrjik e lì troviamo Giovanni e Laura che, affittata un’auto all’aeroporto di Charleroi, si aggregano alla compagnia. In pianura il tandem è quasi imprendibile al punto che, pedalando costantemente in testa al gruppo che fatica a tenere le ruote, Christoph non si accorge della piazzola ove sosta il furgone per il ristoro. A nulla valgono le urla di richiamo degli altri ciclisti e così il tandem si perde nell’hinterland di Kortrjik mentre gli altri si fermano per l’ottimo pranzo volante allestito dalle impagabili signore al seguito. Ristabilito un contatto telefonico con il tandem e spiegata bene la strada da percorrere, il gruppo prosegue per Tournai. A pochi chilometri dall’arrivo ci si ferma in corrispondenza di un negozio di biciclette per effettuare piccole riparazioni e gli ultimi acquisti e proprio lì davanti scorgiamo un cartello che indica “Roubaix 14 km”. A conti fatti, se tutto andrà per il verso giusto, tra 48 ore saremo lì (ma di chilometri ne avremo percorsi 200 in più di quel che dice quel cartello). Poco dopo l’arrivo a Tournai ci raggiungono anche Mario e Christoph. A Kortrjik hanno sbagliato strada e sono arrivati a Wevelgem dove, proprio in corrispondenza della linea d’arrivo della classica fiamminga Gand Wevelgem, hanno trovato il meccanico che cercavano fin da ieri. Questi gli ha sostituito le pasticche dei freni a disco facendogli credito sulla fiducia visto che i pochi spiccioli che avevano portato con se già erano finiti in due buoni boccali di birra in un pub locale. Prima di cena tutti si dedicano alla messa a punto delle proprie bici, sostituendo i copertoncini, rinforzando i nastri sul manubrio, effettuando la regolazione di cambio e freni. In maniera impalpabile inizia a crescere un po’ di tensione per quel che ci attende tra due giorni.
Sesta tappa: Tournai -
Cambrai 07 giugno 2014: si parte la mattina con molta calma. I chilometri in programma sono poco più di 60 per raggiungere Cambrai, in Francia, dove trascorreremo la notte prima del “grande giorno”. Superiamo il confine tra Belgio e Francia e ci dirigiamo verso la mitica Foresta di Arenberg. I due chilometri e mezzo di pavé più famosi del mondo sono percorsi in entrambe le direzioni da frotte di ciclisti provenienti da tutta Europa. Moltissimi sono gli italiani. Ci fermiamo a lungo per una serie infinita di foto all’inizio del tratto in pavé e, dopo averlo percorso non senza difficoltà, troviamo all’uscita della foresta il furgone con le nostre cinque signore che, tanto per fare una cosa originale, ci hanno allestito un ottimo banchetto. Anche qui ci tratteniamo a lungo commentando questa prima esperienza sul pavé francese (decisamente più irregolare ed impegnativo di quello fiammingo) e scattando un’altra infinità di foto. All’ora di pranzo siamo a Cambrai e sostiamo in un parco per un ulteriore ristoro prima di raggiungere l’hotel. L’hotel è in realtà un bellissimo castello in un vasto parco in cui circolano libere numerose caprette. Le nostre stanze si trovano in una dependance a qualche centinaio di metri dal corpo principale. Dopo un breve riposino, con il furgone e con l’altra auto ci rechiamo a Bohain sede di partenza della Paris Roubaix per ritirare il pacco gara ed iniziare ad entrare nel clima della corsa di domani. Qui incontriamo anche due reduci della Roma Parigi dello scorso anno: Alessandro e Bruno. Dopo un aperitivo offertoci da Roberto che festeggia proprio oggi il suo onomastico rientriamo a Cambrai per la cena che si svolge nelle suggestive cantine del castello. Prima di andare a letto carichiamo le bici sul furgone e ci diamo appuntamento per l’indomani mattina alle 4.00. Oramai ci siamo!!!!!
Paris - Roubaix 08 giugno 2014: sveglia alle 3.50 (ma qualcuno ha messo la sveglia addirittura alle 3.20) e partenza col furgone e l’automobile, dopo una abbondante colazione in una bellissima sala del castello, intorno alle 4.40. Piove con sempre maggiore intensità. Appena rimontate le biciclette siamo già zuppi. Il primo gruppo composto da Rolando, Massimo, Andrea, Piero ed il tandem di Mario e Christoph parte alle 5.35. Marco, Sandro, Giovanni e Roberto iniziano la loro avventura una ventina di minuti più tardi. Continua a piovere per quasi due ore ed i primi tratti di pavé, pur se resi viscidi dall’acqua, vengono superati senza troppe difficoltà. Il primo ristoro/controllo si trova al 42° chilometro a Solesmes. Le biciclette sono completamente ricoperte di fango e con non poche difficoltà si riesce a ripulire alla meno peggio la catena ed i freni. La pioggia si fa via via meno insistente e quando si arriva al controllo del 90° chilometro, subito prima del Tranchée d’Arenberg, cessa quasi del tutto. Moltissimi sono gli spettatori (amici e parenti dei ciclisti) che affollano i 2.400 metri del pavé di Arenberg. I nostri cinque angeli custodi ci attendono per incitarci al termine della foresta laddove ricomincia l’asfalto. Un po’ alla volta il sole fa capolino tra le nubi e ci si può finalmente levare il giubbino antipioggia. I tratti in pavé si susseguono inesorabili mettendo a dura prova i telai delle bici e le ossa dei ciclisti. Massimo ed il tandem forano, Sandro spezza di netto il reggisella. Grazie al pronto intervento di Laura e Svetlana, Sandro viene recuperato e portato, con l’auto opportunamente attrezzata con un portabici, al controllo di Faumont (km 140) ove un abile ed ingegnoso meccanico dell’organizzazione, utilizzando a mo’ di spessore una lattina di Coca Cola, riesce a sistemare la sella. Oramai il sole splende alto nel cielo ed inizia a fare un gran caldo. Si arriva al ristoro di Bouvines (182 km dalla partenza, 30 km al velodromo). Ognuno sente che la grande impresa è oramai ad un passo dall’essere realizzata. Manca ancora il tratto di pavé più lungo ed impegnativo: il Carrefour de l’Arbre, quasi 5 chilometri di micidiali vibrazioni che fanno quasi rimpiangere la Foresta di Arenberg. Si cominciano a vedere i primi cartelli stradali che indicano Roubaix. C’è da affrontare l’ultimo settore di pavé, quello assai rovinato di Hem di 1.400 metri. Oramai si pedala nella periferia (brutta!) di Roubaix. Un lungo rettilineo immette nella zona del velodromo. L’emozione che si prova nell’entrare sull’anello di cemento è indicibile. È difficile riuscire a trattenere l’emozione e a fermarsi. Dopo 215 chilometri c’è chi continua ad inanellare giri su giri come se volesse imprimere nella mente in maniere indelebile le incredibili sensazioni di una giornata fantastica. Il primo a concludere le sue fatiche, poco dopo le 15.00, è Marco che dall’alto della sua classe (e dal basso della sua età) è stato in sella per circa nove ore. Via via arrivano tutti gli altri: Andrea, Mario e Christoph, Roberto, Rolando, Piero, Massimo, Sandro e Giovanni. Ognuno ha le sue storie da raccontare ed il suo giuramento solenne da fare: “Mai più!”. Ma l’esperienza insegna che non sarà così e tra due anni sicuramente qualcuno la seconda domenica di giugno rimetterà la sveglia alle 3.50 (se non alle 3.20). Non è finita. C’è da ritirare il blocchetto di pavé ed il diploma, da consumare il frugale pasta party (due tramezzini preconfezionati ed una bibita) e, soprattutto, da fare la doccia nel celebre spogliatoio di Roubaix dove in ogni cabina c’è la targhetta con il nome di uno dei vincitori della “Regina delle Classiche”. È già il momento dei saluti. Giovanni, Laura e Roberto, accompagnati in auto da Maria Carla partono alla volta di Charleroi per prendere l’aereo che li riporterà a Roma in serata. Il tandem, Piero, Sandro e Rolando proseguono in bici per Tournai (ulteriori 15 chilometri), dove trascorreremo la notte nello stesso hotel di due giorni fa. Gli altri tornano in hotel più comodamente col furgone. La sera, durante la cena, è tempo di bilanci. Nessuno si è fatto male e questa è la notizia più bella. I piccoli (e meno piccoli) incidenti meccanici sono stati in qualche modo risolti e non hanno condizionato più di tanto l’andamento della ciclopedalata. Resta un minimo di amarezza per i piedi a terra sul Muur e sul Koppenberg (ma la colpa è solo della pioggia e non certo della scarsa preparazione dei ciclisti). La Paris Roubaix è stata una marcia trionfale per tutti e dieci e già qualcuno inizia a mettere in discussione il giuramento di poche ore prima. Appuntamento con l’Inferno del Nord nel 2016!!!!!
|