CICLOPEDALATA DELLE TRE CAPITALI
15 luglio 2011, ore 03.00: nell'anno in cui si celebrano i 150 anni dell'Unità Nazionale, da Piazza del
Popolo a Roma prende il via la "Ciclopedalata delle Tre Capitali", organizzata dall'Associazione Culturale "Pedalando
nella storia - Maurice Garin", che ripercorrerà la quinta, sesta e settima tappa del primo Giro d'Italia transitando per
le tre città capitali. La manifestazione è stata insignita della medaglia del Presidente della Repubblica che ha voluto,
in tal modo, gratificare i circa sessanta ciclisti provenienti da tutt'Italia che hanno aderito all'iniziativa.
Il prologo della "Ciclopedalata delle tre capitali" si svolge nel pomeriggio di giovedì 14 luglio con l'arrivo dei ciclisti
presso il "campo base" fissato, come già in altre occasioni, nei locali parrocchiali di Santa Maria dei Miracoli a piazza
del Popolo a Roma. Qui i corridori possono ritirare il "pacco gara" contenente una maglietta tecnica liberamente ispirata
alle camicie rosse dei garibaldini, una targhetta da applicare al telaio della bici riportante lo stemma della regione di
provenienza secondo la geografia del 1860 e, sull'altro lato, il nome dell'atleta sullo sfondo del tricolore, il road book
ed un opuscolo con le informazioni utili per affrontare al meglio la ciclopedalata.
Alle 17.30, scortati da due moto dei Vigili Urbani, circa 50 corridori effettuano un giro turistico in bici per la
città transitando per piazza del Campidoglio, piazza del Quirinale, Porta Pia, via Veneto, Villa Borghese, il Pincio e
ritorno a Piazza del Popolo.
Alle 19.30 il parroco di Santa Maria dei Miracoli, padre Mario, celebra un breve rito in ricordo di Paolo Antiga,
randonneur del Gruppo MTB Pedalando recentemente scomparso ed impartisce la benedizione a tutti i partecipanti. Segue una
cena a buffet nei locali parrocchiali.
Alle 03.00 in punto di venerdì 15 la "Ciclopedalata delle tre capitali" ha ufficialmente inizio con la partenza da
piazza del Popolo. Molti corridori hanno trascorso la notte direttamente nella parrocchia di Santa Maria dei Miracoli,
altri sono stati alloggiati in una palestra sulla via Cassia e verranno recuperati lungo la strada. I partenti ufficiali
di questa prima tappa sono 56 (a Firenze se ne aggregheranno altri tre e a Genova sette) provenienti per la maggior parte
dal Regno di Sardegna. Ben rappresentati anche lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie. Più sparuti i drappelli
di corridori provenienti dal Granducato di Toscana, dal Regno Lombardo Veneto e dal Ducato di Parma e Piacenza. Sono presenti
sette donne tra cui una non vedente, Cinzia Coluzzi, che pedala sul tandem.
Gli atleti, tutti attrezzati per la guida notturna, percorrono la via Cassia fino a Bolsena dove sulle rive del lago
è posta la prima sosta per la colazione. Si prosegue sulle ondulazioni della Val d'Orcia fino a Ponte d'Arbia dove, grazie
all'interessamento della società ciclistica "La Bulletta" e degli organizzatori dell'Eroica, viene offerto un graditissimo
pranzo ai corridori e ai loro accompagnatori. Scortati dai ciclisti della Bulletta i pedalatori proseguono la loro marcia
verso Firenze attraversando Siena ed avventurandosi poi sugli impegnativi saliscendi del Chianti. Per fortuna il gran caldo
che aveva attanagliato l'intera penisola fino al giorno prima della partenza si è un po' attenuato e ciò favorisce la marcia
sicura e spedita dei partecipanti che possono, comunque, contare su diversi ristori liquidi improvvisati dall'organizzazione.
I primi corridori arrivano a Firenze a Porta Romana intorno alle 17.45, gli ultimi poco prima delle 19.00. Da Porta Romana,
con la scorta di due gentilissimi Vigili Urbani in bicicletta, i ciclisti con indosso la maglia rossa ufficiale della
manifestazione, percorrono le strade del centro fiorentino fino a Palazzo Vecchio dove, nel salone dei Dugento, vengono
ricevuti dal consigliere responsabile della mobilità ciclabile prof. Gallo con il quale avviene uno scambio di doni (targa
ricordo per l'organizzatore, diploma e maglia ufficiale della manifestazione per il consigliere Gallo ed il sindaco di
Firenze). La prima tappa si conclude dopo poco più di 300 km all'ostello della gioventù situato in una bellissima villa
alle pendici della collina di Fiesole dove i ciclisti possono finalmente fare una doccia, consumare la cena e concedersi
il meritato riposo.
L'indomani mattina alle 05.00 in punto il serpentone di quasi sessanta ciclisti, alcuni dei quali su bici d'epoca,
inizia a snodarsi per le vie pressoché deserte di Firenze in direzione di Pistoia. Superate Montecatini Terme, Lucca e
Camaiore, i ciclisti giungono in Versilia e, scortati da due motociclette dei Vigili Urbani, raggiungono il "Pontile" di
Forte dei Marmi, di recente ristrutturato, dove ad attenderli c'è il sindaco in persona. Anche qui, dopo i discorsi di
benvenuto, avviene uno scambio di doni con l'organizzatore. Segue un breve rinfresco e si riparte poi verso Genova lungo
la via Aurelia.
La fatica inizia a farsi sentire ed il ristoro a Borghetto di Vara dopo 175 km consente ai corridori di recuperare
un po' di forze prima di affrontare il temibile Passo del Bracco ed i continui saliscendi che caratterizzano la via
Aurelia nel suo tratto ligure. Alla periferia di Genova, nei giardini di Quinto, l'amministrazione comunale ed il
municipio Levante hanno allestito un rinfresco a base di focaccia, dolci e bevande varie. Alle 18.30 in punto, accompagnati
dai Vigili Urbani, i ciclisti raggiungono tutti in gruppo il monumento dedicato a Garibaldi e ai Mille in località Quarto.
Qui ad attenderli c'è il presidente del Municipio Levante assieme a rappresentanti del Comune di Genova e del Comando
Militare Esercito Liguria. I ciclisti, in rigorosa divisa da garibaldini, dopo aver deposto un mazzo di fiori sul basamento
del monumento e ricevuto il benvenuto da parte delle autorità, vengono accompagnati dal presidente del municipio, in un
clima di euforia generalizzata, a visitare l'area appena restaurata in cui si trova il monumento.
Terminata la cerimonia di accoglienza i ciclisti raggiungono lo stabilimento militare sul lungomare dove è allestita
la cena. I contachilometri segnano quasi 260 km ma ne mancano ancora 4 per raggiungere, al termine della cena, la caserma
"Doria" dove, grazie all'interessamento del Comando Militare Esercito Liguria, i ciclisti trascorreranno la notte.
Le signore (cicliste e accompagnatrici) raggiungeranno invece, in maniera a dire il vero un po' avventurosa, l'ostello
della gioventù.
Alle 07.00 di domenica 17, con un cielo che non promette nulla di buono, i corridori si radunano davanti la caserma
"Doria" per affrontare gli ultimi 170 km della Ciclopedalata delle tre capitali che si concluderà nell'antica capitale
sabauda. Lungo la salita del Passo dei Giovi inizia a piovere ma i ciclisti procedono comunque speditamente verso Novi Ligure.
Qui, presso il museo dei Campionissimi dedicato a Costante Girardengo e Fausto Coppi, dopo il saluto del sindaco di Novi,
si svolge una toccante cerimonia con la consegna alla direttrice del museo di una maglia da gara del compianto Paolo Antiga
da parte della sorella Rosalba.
Si riparte alla volta di Asti dove, nei giardini pubblici, è approntato l'ultimo ristoro. Durante gli ultimi
chilometri, da Chieri a Torino, riprende a piovere ma i corridori sono oramai lanciatissimi alla volta del Palazzo
Reale dove, verso le 17.00, si conclude la manifestazione. Dopo un'infinità di foto, strette di mano e abbracci una
rappresentanza dei partecipanti viene ricevuta dalle autorità locali presso il palazzo del comune.
In serata una ventina di corridori si ritrova in un ristorante torinese per la cena conclusiva. I ciclisti piemontesi,
partiti mercoledì per raggiungere la partenza di Roma, hanno giustamente fatto ritorno alle proprie abitazioni.
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